Agli inizi degli anni ’70 la
Mattel decide di creare una nuova action figure che possa fare concorrenza al già
affermato Gi.Joe della Hasbro, ovvero un
“soldato gigante” riconvertito col tempo ad ambientazioni più
pacifiche e dotato di una ricca serie di equipaggiamenti a tema quasi
esclusivamente militare; in
Italia venne distribuito da Baravelli prima e da Polistil poi. La Mattel aveva già creato una
discreta action figure, Major Matt Mason, sulla scia del grande interesse
per le missioni spaziali della seconda metà degli anni ’60, che porteranno
allo sbarco sulla Luna del 1969. Questa serie denotava alcune
caratteristiche che sarebbero state riprese nella linea Big Jim: al
protagonista si affiancavano 3 compagni di avventura, Doug , il nero Jeff e
il biondo Storm; la somiglianza stilistica dei volti con la serie Big Jim è
evidente e quello di Doug è molto simile a quello di Big Jim. Il fatto di
essere esclusivamente un team di astronauti limitava, molto probabilmente,
il potenziale sfruttamento e commercializzazione. Big Jim viene quindi definito un
personaggio che si muove in un ambiente completamente diverso dal rivale
Hasbro: è uno sportivo, pacifico amante dell’avventura e della vita
all’aria aperta. Resta da stabilire se la scelta è di opportunità
socio-politica (in considerazione del fatto che in U.s.a. stava crescendo un
forte antimilitarismo, conseguenza dell’andamento della guerra in Vietnam)
oppure se è semplicemente un’operazione di marketing, volta a proporre sul
mercato qualcosa di nuovo, con la vantaggiosa opportunità di sfruttare
sinergie con un’altra linea di grande successo della Mattel, Barbie. Saranno
parecchi gli articoli, seppur diversamente equipaggiati e colorati,
utilizzati per entrambe le linee fino alla metà degli anni ’80. Il risultato
è un personaggio alto circa 25 cm: sensibilmente più piccolo di Gi.Joe, ma
più grande di altre action-figures dello stesso periodo quali, ad esempio,
in Italia, quelle della Baravelli e della
Harbert . La scelta di una misura
diversa dalle altre in commercio è forse dettata dal timore che gli
equipaggiamenti di Gi.Joe, di ottima qualità, o delle altre action-figures,
generalmente di prezzo inferiore a quelli Mattel, potessero essere
utilizzati su Big Jim a discapito di quelli originali. In realtà la quantità
e l’accuratezza dei vestiti e delle attrezzature create per Big Jim saranno
i punti di forza per il successo della linea. Può anche darsi che sia stata
scelta quella dimensione per contenere i costi di produzione, dato che Big
Jim era tecnicamente più sofisticato di Gi.Joe. A livello estetico la figura
risulta ottimamente riuscita: il viso è adulto ma dall’espressione
rassicurante e gradevole; il taglio di capelli, pur non arrivando al
realismo dei capelli di crine di Gi.Joe, è alla moda ma equilibrato; il
corpo è molto più armonioso del rivale Hasbro, che pecca, anche nella
seconda versione, di una cassa toracica troppo robusta rispetto a gambe e
braccia abbastanza snelle. Le articolazioni sono superbamente realizzate,
con i punti di giunzione mai troppo evidenti, al punto che se, per assurdo,
la Mattel decidesse di rimettere in commercio Big Jim, avrebbe bisogno di
ben pochi ritocchi per renderlo più attuale e confrontabile con le action
figures di oggi. La testa (inizialmente dotata di doppio movimento:
orizzontale e verticale, poi solo orizzontale), le braccia (unica parte del
corpo realizzata in gomma), i polsi, il busto, le cosce, le ginocchia e le
caviglie sono snodabili, analogamente a quelli di Gi.Joe, consentendo una
notevole giocabilità. Molto probabilmente, Big Jim è la prima action figure
“virile”: la volontà degli ideatori di conseguire la massima fedeltà
anatomica fa sì che venga rappresentata correttamente anche la zona dei
genitali: Big Jim non è “piatto” come altre action figures, ma proprio per
questo viene realizzato con uno slip arancione in plastica, con funzione
portante per le gambe.
L’unico difetto strutturale
risiede proprio nella fragilità degli attacchi delle gambe al busto: le
semisfere di plastica, sulle quali si agganciano le gambe, sono soggette a
staccarsi in caso di urti o cadute violente, cosa non impossibile se Big Jim
viene manipolato da bambini troppo piccoli o poco accorti. Le
caratteristiche tecniche che distinguono Big Jim da tutte le altre action
figures sono il famosissimo “colpo di karate” e i bicipiti gonfiabili. La
prima è costituita da un meccanismo, azionabile con un pulsante posto sulla
schiena (visibile soltanto a figura nuda), che fa compiere al braccio destro
un rapido movimento dall’alto verso il basso. La seconda si ottiene, grazie
ad un particolare meccanismo inserito nelle braccia, piegando gli avambracci
verso l’alto, come farebbe chiunque volesse “fare il muscolo”. Proprio per
accentuare la vocazione sportiva di Big Jim, nelle prime confezioni del
personaggio vengono inseriti accessorii in grado di esaltare le sue
caratteristiche: la tavoletta da “spezzare” con il colpo di karate, la
fascia “metallica” da applicare al bicipite, un piccolo bilanciere ed una
pallina da baseball.
Tutti i personaggi della linea, tranne alcuni con braccia o teste
particolari, avranno la stessa struttura corporea: questo farà sì che i
vestiti saranno quasi completamente intercambiabili tra i protagonisti delle
diverse serie.
I primi compagni che la Mattel decide di affiancargli sono:
Big Jack (1972), lo sportivo amico di colore, chiara la volontà di Mattel di
raggiungere anche il mercato dei bambini afro-americani, esteticamente tra i
meglio riusciti di tutta la linea e l’unico a potersi vantare di essere
venduto con lo stesso equipaggiamento di Big Jim;
Big Josh
(1973), classico boscaiolo americano, realizzato con la stessa testa di Big
Jim, ma con capelli più chiari, occhi azzurri e barba, verrà realizzato
anche in versioni speciali;
Big Jeff (1974), biondo, profondo conoscitore delle savane, il più usato,
per affiancare Big Jim nelle promozioni italiane.
Anche loro condividono la predilezione per una vita dinamica e avventurosa e
sono sempre pronti a d affiancare Big Jim nelle sue imprese.
Sfortunatamente, Mattel – per pigrizia o per scelta di lasciare libero
spazio alla fantasia dei vari piccoli proprietari - non si impegna a
costruire un passato o una caratterizzazione psicologica particolare per
questi nuovi amici; quel poco che possiamo dire lo si deduce dagli abiti con
cui vengono venduti o dalle promozioni pubblicitarie nelle quali sono
coinvolti. Come già accennato, i vestiti
che la Mattel sforna per Big Jim e soci sono veramente tanti. La primissima
serie, denominata All-Star, è dedicata allo sport e comprende vestiti per
tutti gli sport più importanti - secondo un’ottica americana ovviamente -
dal football al basket. ecc. Per alcuni di questi, nel corso degli anni
verranno realizzate diverse varianti. Se lo sport è il primo tema portante
della linea, il successivo, introdotto a partire dal 1973, è l’avventura a
contatto con la natura selvaggia, con gli scenari più diversi, dalla savana
africana ai ghiacci polari al pronto intervento contro le più disparate
calamità. Big Jim può disporre dell’equipaggiamento più adatto per ognuna di
queste situazioni e le campagne promozionali lo vedranno sempre impegnato a
primeggiare in qualche disciplina sportiva, nel salvataggio di qualche
animale a rischio di estinzione o anche soltanto a godersi una rilassante
giornata di pesca.
Per far questo, vengono
messi a disposizione di Big Jim e dei suoi amici i vestiti più adatti e
parecchi mezzi: jeep e furgoni di vario tipo, attrezzature per la
caccia, il tempo libero ecc. Nessun altra action figure concorrente può
vantare un’altrettanto ricca dotazione di accessori!
Il successo commerciale di Big Jim in U.s.a. è notevole e va di pari
passo con quello della compagna di scuderia Mattel, Barbie. Rapidamente
Big Jim arriva anche in Europa occidentale nel 1972-73, dove riscuoterà
un consenso più duraturo, visto anche che Gi.Joe non è così diffuso come
negli Stati Uniti.
Curiosamente, nella Germania Ovest, il paese dove verrà venduto di più,
Big Jim arriva inizialmente con il nome di
Mark Strong, a causa di una
controversia sullo sfruttamento del marchio, poi risolta. La confezione
del personaggio e quella dei vestiti è diversa, ma gli articoli sono
esattamente uguali alla serie regolare. Successivamente la produzione
per il mercato tedesco si uniformerà a quella per gli altri paesi, ad
eccezione della Spagna, dove la produzione e la distribuzione della
linea Big Jim, forse per questioni politiche - c’era ancora la dittatura
di Franco - sarà affidata alla società Congost, con qualche differenza
rispetto alla Mattel.
Nel 1975 c’è la prima grande svolta nella storia della linea: per il
mercato Usa viene creata la serie
P.a.c.k., sigla che significa
Professional Agents Crime Killers. L’ambientazione diventa
spionistico-poliziesca e Big Jim viene presentato come il capo di
un’agenzia (sulla falsariga delle leghe dei supereroi dei fumetti, dagli
X-Men alla Justice League) impegnata a lottare contro il crimine. I suoi
nuovi compagni sono Dr. Steel,
Mr. Whip,
Warpath e, poco più tardi,
Torpedo Fist: tutti molto ben realizzati e caratterizzati (ciascuno di
loro ha una propria storia alle spalle e una propria specializzazione),
con volti dall’espressione molto grintosa e più accessoriati rispetto ai
personaggi della prima serie. I mezzi della serie regolare vengono
adattati alla serie P.a.c.k. con una colorazione nera e gialla, molto
riuscita. Il rinnovamento tocca anche le confezioni, con l’aggiunta di
brevi storie a fumetti sul retro delle scatole, e i loghi dei nomi dei
personaggi.
Stranamente,
questa serie non verrà proposta in Europa, anche se i vari personaggi
saranno inseriti nella serie regolare, seppure con qualche differenza.
Nel 1976, la serie
P.a.c.k.
viene ancora rinnovata con l’ingresso di un Big
Jim molto particolare, che rappresenta uno dei personaggi più caratteristici
di tutta la linea: Big Jim Double-Trouble. La novità consiste in una testa
completamente diversa da quella tradizionale: sotto la calotta esterna, che
costituisce i capelli, è installato un meccanismo, azionabile premendo il
tasto sulla schiena, che permette al personaggio di cambiare volto: da
un’espressione serena, si passa ad una più aggressiva, che caratterizza i
momenti di maggior tensione nelle avventure di Big Jim. Con la stessa
filosofia viene messo a punto il nemico principale del gruppo
P.a.c.k.:
Zorak, lo scienziato pazzo. Grazie all’utilizzo di un cappuccio rigido sul
capo, il risultato estetico è migliore rispetto al Big Jim
Double-Trouble:
il personaggio passa da un volto perfido ma tranquillo ad un volto
infuriato, di colore verde, caratteristica che lo rende simile ad Hulk, il
supereroe della Marvel.
La serie regolare, dedicata a sport e avventura, continua e sul finire del
1975 viene arricchita da una miniserie di vestiti e accessori, molto ben
fatta, dedicata alle imminenti Olimpiadi di Montreal del 1976; tra le altre
cose, una pista per il salto con gli sci e la Boxe Olimpica, confezione
speciale, l’unica di tutta la serie con 2 personaggi, con
Big Jim e Big Jeff,
attrezzati di tutto punto per un incontro di boxe.
Con l’occasione, viene creato anche
Big Jim Olimpico, presentato come il
super campione che eccelle in tutte le discipline sportive. Si caratterizza
per una carnagione abbronzata ed un bellissimo costume bianco, in luogo di
quello arancione, con disegni rossi e blu che richiamano la bandiera
americana. Con la stessa confezione viene prodotto
Big Jack Olimpico, il più
“sport-oriented” degli amici di Big Jim.Nello stesso anno appare un’altro
Big Jim particolare: Big Jim parlante. Tecnicamente è uguale agli altri, ma
equipaggiato con uno zaino dotato di un meccanismo a corda che riproduce, in
modo casuale, un set di frasi rivolte da Big Jim all’ipotetico proprietario.
Nel corso del 1976, il mercato americano di Big Jim comincia a ridursi, fino
alla decisione, da parte dei vertici Mattel, di interrompere la
distribuzione della linea nel 1977. Al contrario, in Europa, Big Jim va a
gonfie vele e, proprio nel 1976, allarga i suoi orizzonti con una nuova
linea dedicata al West.
In alcuni paesi come Germania
O. e Francia, questa linea assumerà il nome di
Karl May, popolare scrittore
di romanzi western, con confezioni e nomi dei personaggi diversi da quelle
tradizionali. In Italia, invece, la serie western utilizzerà loghi e
confezioni della serie avventura.
Molti
personaggi vengono realizzati, con buona qualità, per la Serie Western:
Geronimo (Winnetou in versione Karl May), Dakota Joe (Old Shatterhand) e
Chief Tankua (non realizzato in versione Karl May) in una prima fase. L’anno
successivo arrivano Bisonte Nero (Bloody Fox), Buffalo Bill (Old Surehand),
Fresca Rugiada (Nscho-Tschi) e Old Kentucky (Old Firehand).
Questi nuovi personaggi presentano una grossa
novità: le mani prensili, che consentono di impugnare meglio i tanti
accessori a disposizione, pistole e fucili in primis. Numerosi sono anche i mezzi e
i vestiti disegnati per questa serie, sulla quale la Mattel investe molto,
di ottima fattura. Non c’è un Big Jim creato apposta per la linea western,
né tantomeno nella linea Karl May, tuttavia vengono proposti vestiti western
per lui ed egli è spesso presente nelle varie campagne promozionali come
protagonista principale. Vengono invece momentaneamente accantonati i vecchi
amici di Big Jim. Dal momento che non esiste un nemico dichiarato, in alcuni
fumetti promozionali della serie western viene utilizzato come guastafeste
il Dr. Steel, a dispetto del suo look inadatto.
Nel 1977 si assiste ad un restyling della serie regolare: il logo “Big Jim”
cambia, passando dalla tradizionale scritta piatta rossa e blu ad una nuova
scritta, “tridimensionale”, bianca con i bordi rossi e blu. Cambiano le
confezioni dei vestiti, sottili scatole blu con finestra trasparente in
luogo dei blister rossi e bianchi.
Una grossa novità arriva nel 1978: tutti i vecchi personaggi vengono dotati
di “mani prensili”: Big Jim, Big Jack, Big Jeff e Big Josh, vengono
riproposti, con il loro equipaggiamento originale, in nuove scatole a
finestra, dotate di un’aletta illustrata con un disegno a colori del
relativo personaggio. Anche Dr. Steel, Chief Tankua e Torpedo Fist (Mr. Whip
non viene riproposto) vengono commercializzati nella nuova versione. Per
tutti questi personaggi sarà l’ultima apparizione nella linea Big Jim.
All’alba del nuovo decennio nuovi amici e nemici stanno per fare il loro
ingresso in scena!
Più o meno nello stesso periodo compare una mini-serie dedicata al mondo dei
pirati. Questa comprende tre personaggi: Captain Hook (Captain Uncino in
Italia), Captain Flint (Sandokan in Italia) e Captain Drake. Completano la
serie una barca a remi e un paio di vestiti, molto belli. Nonostante che i
volti dei personaggi non siano originali – Cap. Hook ha il volto di Torpedo
Fist, Cap. Drake è Zorak modificato e Cap. Flint ha il volto di Buffalo Bill
ma capelli e barba scuri - sono tutti molto ben fatti, ciascuno con la
propria arma speciale, così come già visto nella serie P.a.c.k.
Ufficialmente, Big Jim non
rientra in questo mondo, nelle campagne promozionali non appare anche se le
confezioni portano il logo della serie principale; ciò renderà la serie
pirati un momento isolato e poco compatibile con le altre ambientazioni
della linea. Dal 1979,
concluse le serie Western e Pirati, comincia uno spostamento della serie
regolare europea verso il tema dello spionaggio, già esplorato con la serie
P.a.c.k.. Il primo segno di questo cambiamento è l’arrivo di Big Jim 004,
ispirato al celebre agente 007, James Bond. Sfruttando il meccanismo del
cambio-volto, già visto con Big Jim Double-Trouble, viene messa a punto la
figura dell’ ”Agente Segreto 004”, dotato di una valigetta contenente 3
volti da accoppiare a piacimento con il volto standard. Big Jim non è più lo
spensierato atleta o l’impavido soccorritore visto negli anni passati.
Adesso è un agente segreto abilissimo nello smascherare i più pericolosi
criminali. Tra questi l’inossidabile Dr. Steel, ancora intento, nelle prime,
nuove, campagne promozionali, a combinarne qualcuna delle sue. Poco dopo,
nel 1980, verrà sostituito da un nuovo nemico, ugualmente calvo e
orientaleggiante, ma diverso nel volto: il Dr. Bushido, palesemente ispirato
all’imperatore Ming del fumetto Flash Gordon.
Il nuovo atteggiamento di Big Jim è confermato dalla graduale introduzione
di nuovi mezzi e dalla modifica di quelli già esistenti. Addio safari e
avventure nella jungla, ora tutte le attrezzature sono finalizzate alla
lotta contro il crimine. Automezzi ed elicottero servono nelle attività di
spionaggio e vengono dipinti di blu scuro attraversato da una fascia
tricolore gialla-arancione–rossa, che rimarrà fino al 1985. Rimangono in
produzione alcuni vestiti di ispirazione sportiva ma ormai il tema
principale è lo spionaggio.
Tra il 1982 e il 1984, questa
serie viene arricchita da nuovi personaggi, molto ben fatti e riccamente
accessoriati anche se, per i volti, la Mattel si limita nuovamente a
riciclare quelli già esistenti. Messi da parte definitivamente i vecchi
amici, adesso Big Jim può contare sull’aiuto di Commando Jeff , con il volto
di Torpedo Fist ma con i capelli scuri, esperto in demolizioni e Joe
l’Alpinista , con il volto di Big Jeff, provetto scalatore. I nuovi nemici
sono il Prof. Obb , con il volto del Dr. Bushido e il suo fido servitore
Boris, con il volto del Dr. Steel. Viene ideato anche un terzo nemico,
questo sì completamente nuovo, Iron Jaw, ma non verrà mai messo in commercio
e la sua presenza si limiterà a qualche depliant promozionale. Al Big Jim
004, rinnovato con un nuovo abbigliamento e un più ricco set di maschere,
viene affiancato il co-protagonista della serie: Big Jim Agente Segreto. Il
volto è quello tradizionale ma l’equipaggiamento, molto bello con l’elegante
impermeabile blu, ne rivela i nuovi propositi.
Seppur fatta con cura e ricchezza di particolari la serie Spionaggio nel
1984 comincia a perdere colpi a livello commerciale. Il mondo dei
giocattoli, da un paio d’anni, sta subendo una vera e propria rivoluzione,
esplode il fenomeno dei videogiochi che sta mandando in soffitta tutti i
giocattoli tradizionali. La Mattel stessa, con il marchio “Mattel
Electronics”, realizza una console per videogiochi, Intellivision, che
contenderà il primato, per un paio d’anni, alla più diffusa console della
Atari. Il tema della fantascienza si diffonde sempre di più anche tra i
giocattoli, grazie all’enorme successo di film come quelli della saga di
“Star Wars” e ai numerosi cartoni animati giapponesi che hanno invaso
l’Europa; personaggi, astronavi e robot tratti da film e cartoons vanno
letteralmente a ruba.
La Mattel aveva cercato di adeguarsi creando, nel 1983, la serie
“Masters Of The Universe”, mondo, tra il fantasy e il
fantascientifico, rappresentato da action figures più piccole e
meno elaborate di Big Jim, quindi meno costose e più adatte a
combattere la concorrenza. La serie era inoltre affiancata da un
cartone animato, seguendo una strategia che si sarebbe rivelata
vincente a lungo.
Nel 1985 la Mattel compie l’ultimo grosso sforzo per mantenere
in vita Big Jim, rinnova profondamente la linea e da il via alla
serie Spazio.
Il volto di Big Jim, come quello degli altri personaggi, tutti
leggermente più piccoli rispetto ai vecchi volti, viene cambiato
e adesso risulta più vissuto e serio, l’equipaggiamento è nel
più classico stile spaziale. Il protagonista è a capo di una
squadra, la Global Command, impegnata a difendere la terra dagli
attacchi del malvagio gruppo Condor Force.
Ad aiutare Big Jim ci sono il Dr. Alec , nei combattimenti
terrestri, Astros (l’unico con un volto già visto, quello
dell’onnipresente Big Jeff, stavolta con capelli scuri) , nelle
battaglie spaziali e - messo in commercio l’anno seguente - il
Colonnello Kirk, per le sfide nel deserto. Speculare è la
composizione del gruppo Condor Force, guidato dal Prof. Obb,
pure lui con un nuovo volto: Baron Fangg si oppone al Dr. Alec,
Vektor ad Astros e Kobra è il rivale del Colonnello Kirk.
Questi personaggi rappresentano davvero un punto di rottura con
la produzione precedente, tutti i loro vestiti e accessori sono
completamente nuovi a dimostrazione dello sforzo compiuto da
Mattel, anche se la qualità dei materiali e dell’assemblaggio è
decisamente calata: ad esempio le braccia, che si piegano appena
e senza più il meccanismo del muscolo. Vengono ideati nuovi
mezzi, alcuni dei quali molto accattivanti ed altri, recuperati
dalle serie precedenti, vengono modificati o ricolorati.
Stranamente, sul versante vestiti, ci si limita ad un paio di
tenute di ricambio per Big Jim e il Prof. Obb, mantenendo in
commercio l’ultima serie di vestiti della serie Spionaggio.
Nonostante la svolta, però, le vendite continuano a calare e,
come tutte le favole, anche quella di Big Jim è destinata a
concludersi, alla fine del 1987, quando alla Mattel decidono di
chiudere la linea definitivamente. Solo diversi anni più tardi,
verrà riproposta una nuova action figure, anche se molto diversa
da Big Jim, con il nome di Max Steel, con l’intento di
contrastare lo strapotere di Action Man, “nipotino” di Gi.Joe:
questa volta però la partita sarà vinta dalla Hasbro e Max Steel
avrà vita breve.
COSA RESTA
DI BIG JIM OGGI?
Al di là del
neologismo, diventato di uso comune, utilizzato per indicare persona di
bell’aspetto e dal fisico atletico, non rimane molto. Resta, soprattutto,
nel ricordo di chi è stato bambino e lo ha posseduto in quegli anni:
giocattolo elitario in Italia, è bene ricordarlo, perché abbastanza costoso
rispetto al panorama dei giochi a disposizione dei bambini degli anni
’70/’80, è stato l’amico forte, il fratello maggiore che avremmo voluto o
anche soltanto la nostra proiezione in un mondo dove, con la buona volontà e
il coraggio, tutti i problemi si potevano risolvere. Troppo recente per
meritarsi l’attenzione di appassionati e mostre di giocattoli d’epoca,
troppo vecchio, forse, per suscitare nuove emozioni in chi non l’ha mai
conosciuto. Né ha mai sollevato discussioni sociologiche, a differenza della
molto criticata “cugina” Barbie, atte a dimostrarne le qualità educative più
o meno alte.
La Mattel, a distanza di quasi 40 anni dalla nascita, non è mai parsa
interessata, in qualche modo, a riproporre il nome “Big Jim”, sfruttando
magari le ondate di nostalgia che, ciclicamente, riportano in auge cose e
personaggi dei decenni passati.
Non rimane che l’opera e la memoria di quei collezionisti, sparsi per il
mondo, che conservano gelosamente tutto quanto il tempo ha voluto
risparmiare di un giocattolo unico. Grazie Big Jim!
Carlo R.
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